Il mio calcio furioso e solitario by Walter Sabatini

Il mio calcio furioso e solitario by Walter Sabatini

autore:Walter Sabatini [Sabatini, Walter]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-03-14T12:00:00+00:00


6

Coma

Nonostante il conflitto epico che produceva una generale inquietudine intorno alla Roma, la mia vita andava avanti secondo le sue regole. Passavano giorni interi senza che sfiorassi cibo, a parte i miei consueti quindici caffè quotidiani. Ma mi sentivo invincibile, una vera macchina da guerra. Ricky Massara faceva il basista di qualità a Trigoria e aggiustava, con la sua vigile volontà, quello che io rompevo, cosa che per la verità mi veniva piuttosto facile.

In quell’epoca di energia furiosa, alimentavo anche il mio edonismo e facevo sesso sempre fumando, condizione questa per me non negoziabile. Nel raccontarlo mi sento un po’ Bukowski con il suo Taccuino di un vecchio sporcaccione, ma non c’era niente di laido in quello che facevo, era solo calcio, era solo Roma. Il sesso fumato era un corollario irrinunciabile del mio lavoro, mi dava energia, gioia e ottimismo, oltre a una quota di autostima che riversavo nella mia professione.

Non ti preoccupare di quando tua madre leggerà, Santiago: lei è stata sempre molto generosa e comprensiva con me e capirà senz’altro che le mie sinapsi funzionavano meglio e di più negli eccessi.

Senza tua madre non ce l’avrei mai fatta. In tutta la mia vita è stata lei a tirarmi fuori dalle sabbie mobili, dai pericoli costanti della mia mente.

E credo che tu, nonostante fossi già grande, non abbia mai saputo davvero cosa mi è successo in quel giorno orrido e nefasto in cui ho smesso di respirare, e soprattutto come ci sono arrivato.

Chiedevo al mio fisico di essere all’altezza sempre: notti in bianco e doccia alle quattro del mattino per essere pronto e iniziare a litigare con me stesso e con gli altri. Ero vittima costante del mio problema di ritmo: c’è solo un istante della giornata, poco prima del crepuscolo, in cui mi sento veramente in armonia con l’universo. In quel momento, di solito, mi guardo intorno e avverto compiutamente la potenza e la bellezza della vita. Dura pochissimo, ma è molto rigenerante; per il resto i miei battiti hanno una frequenza totalmente diversa dal battito del mondo.

Non ero un direttore sportivo, ma un acrobata del calcio, un trapezista incosciente che si lanciava da un manubrio all’altro senza rete di protezione, costringendo il fisico a prestazioni che avrebbero demolito anche un dio greco. Non a caso, le mie condizioni di salute erano diventate a dir poco precarie e i controlli medici erano frequenti. Il mio dottore, Riccardo Del Vescovo, dopo una delle tante risonanze, mi guardò con aria afflitta, dicendomi che nei miei polmoni erano presenti noduli sospetti. Non mi preoccupai molto in quel momento, ma dai controlli successivi emerse una situazione davvero allarmante. Radiologi, oncologi e specialisti vari, all’unisono, pronunciarono la diagnosi definitiva: tumore da operare immediatamente.

A Padova, tenendo nascosta la vicenda a chiunque, anche a tua madre, fino all’ultimo giorno, mi sono sottoposto a un intervento chirurgico di tre ore per rimuovere un brandello di polmone e, con esso, il tumore.

Prima di entrare in sala operatoria, ebbi una diatriba con il chirurgo sulla natura del tumore.



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